Amministratore di fatto e responsabilità penale dell’amministratore di diritto
La sentenza 2885/2023 della Corte di Cassazione si è pronunciata sul ricorso proposto dall’amministratore di diritto di una SRL condannato in concorso con l’amministratore di fatto per il reato di riciclaggio.In particolare, il ricorrente era stato condannato in relazione alla condotta posta in essere dall’amministratore di fatto, consistita nell’aver acquistato un’autovettura incidentata al fine di utilizzare il libretto di circolazione e la targa di quest’ultima su un’autovettura provento di furto.
La difesa del ricorrente deduceva, tra gli altri motivi di ricorso, che la motivazione fosse apparente in relazione alla ritenuta consapevolezza dell’imputato-amministratore di diritto in ordine alle operazioni dissimulatorie della provenienza delittuosa della autovettura aziendale.
I giudici del Supremo collegio hanno ritenuto fondato il ricorso affermando che:
«In particolare, la difesa aveva evidenziato che fu A. M. (che in appello ha concordato la pena) ad occuparsi personalmente delle due compravendite dell'autovettura incidentata (del 18 luglio e 21 ottobre 2011), sottoscrivendo i contratti e documenti e attribuendo a sé il ruolo di amministratore unico della società per giustificare l'apposizione della propria firma in calce agli atti, ruolo che lo stesso zio del ricorrente aveva effettivamente ricoperto in precedenza e che poi rivestiva nuovamente nel momento in cui, in data 8 marzo 2012, avvenne il sinistro stradale nel quale fu coinvolto l'imputato a bordo dell'autovettura provento di furto, sulla quale erano state apposte le targhe e sovrascritto il numero di telaio riferibili all'autovettura incidentata.
A fronte di tali deduzioni, la scarna motivazione della sentenza impugnata (a pag. 7) risulta nella sostanza apparente e in parte congetturale ("sembra implausibile ritenere che l'imputato non fosse a conoscenza dell'operazione in questione, posta in essere a nome della società da lui amministrata dal socio e zio dell'appellante, il coimputato M. A."), avendo attribuito la consapevolezza della provenienza delittuosa del veicolo sul quale il ricorrente si trovava alla guida nonché delle operazioni di taroccamento alla sola veste formale dallo stesso rivestita al momento dell'acquisto da parte della Center Cars s.r.l. dell'autovettura incidentata, poi rivenduta a M. B., assolto dalla Corte d'appello.
Va escluso che l'amministratore formale di una società debba rispondere automaticamente, per il solo fatto della carica rivestita, dei reati commessi da altri soggetti che abbiano operato nell'ambito dell'attività societaria, dovendosi verificare la sua compartecipazione materiale e morale al fatto che potrebbe anche essere sfuggito alla sua cognizione (cfr., da ultimo, in tema di bancarotta fraudolenta patrimoniale, Sez. 5, n. 33582 del 13/06/2022, Benassi, Rv. 284175-01)».