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231 e limiti alla sua applicazione in materia di infortuni sul lavoro

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 22256/2021 – qui allegata – ha enucleato i «principi pacifici» in tema di responsabilità amministrativa degli enti derivante dalla commissione di reati colposi di evento in violazione della normativa antifortunistica (pag. 8).

Al fine di impedire un'applicazione automatica del D. Lgs. n. 231/2001 ad ogni caso di mancata adozione di qualsivoglia misura di prevenzione (che implica quasi sempre un risparmio di spesa), il Supremo Collegio ha affermato che «laddove non vi sia la prova che l'omessa adozione delle cautele sia il frutto di una scelta finalisticamente orientata a risparmiare sui costi di impresa… e risulti, invece, l'occasionalità delle violazioni delle norme antinfortunistiche, dovendosi escludere il requisito dell'interesse, deve essere rigorosamente provato quello del vantaggio, che può alternativamente consistere in un apprezzabile risparmio di spesa o in un, sempre apprezzabile, aumento della produttività» (pagg. 11 e 12).
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